venerdì 8 luglio 2011

A proposito di Yellowstone

In questi giorni il parco nazionale di Yellowstone negli Stati Uniti è stato al centro delle cronache mondiali per due episodi diversi tra loro ma accumunati dallo stesso invito alla riflessione. Io ho avuto la fortuna di visitare questo magnifico parco nell'estate del 2006 e il ricordo di quell'ambiente affascinante è ancora ben presente.






Nel giorno dell'Indipendence day, festa nazionale in America, torna l'incubo marea nera che ha invaso il parco di Yoghi e Bubu. Un migliaio di barili di petrolio è fuoriuscito da un oleodotto della Exxon Mobil nel fiume Yellowstone, in Montana. Il ricordo va all'incidente sulla piattaforma Bp dell'aprile 2010 che cambiò colore al Golfo del Messico, ricordato come il più grande disastro ecologico che abbia mai colpito il paese. La compagnia petrolifera ha fatto sapere che sono state rilevate tracce di petrolio lungo dieci miglia, circa 16 chilometri, e che la fuga di greggio è stata scoperta sabato mattina. Secondo alcuni organi di stampa americani, circa 140 persone sono state evacuate per il timore di un'esplosione, ma il pericolo sembra ormai definitivamente superato.

Nel parco di Yellowstone, quello immortalato da mille documentari e cartoons, due escursionisti, marito e moglie, stanno camminando qualche centinaio di metri fuori dal sentiero principale, quello che comprende il famoso Artistic Point, fotografato da milioni di turisti. Hanno già visto, un'oretta prima, un Grizzly poco lontano, ma decidono di andare avanti ugualmente con la loro escursione. Dieci minuti dopo, si trovano sul cammino, a pochi metri, una femmina di Grizzly con due cuccioli, una delle situazioni più pericolose in assoluto, come è scritto su centinaia di cartelli nel parco. L'uomo si volta, estrae il cellulare e si mette a urlare verso il sentiero dove vi sono altri turisti. Esattamente la cosa da non farsi, sia che si tratti di un orso sia che si ratti di un Rottweiler incazzato. Infatti l'orsa lo rincorre e lo abbatte a terra, dove Brian Matayosci muore, mentre la moglie, rimasta paralizzata, riceve una ferita insignificante.
Le autorità del Parco, dopo una giornata di discussione, hanno deciso di non inseguire e catturare l'orsa, perché l'episodio, per quanto drammatico, è avvenuto a causa dell'istintiva difesa della prole da parte del plantigrado che si è visto minacciato da vicino in quanto atavicamente ha di più caro al mondo. I cuccioli.
"Nel Parco ci sono 600 Grizzly" ha detto un ranger e, negli ultimi 25 anni, non c'è mai stato un attacco fatale da parte loro a un turista. Chi fa escursioni legga i cartelli, stia più attento e, se vuole, si assuma anche quel minimo di rischio che comporta camminare nella natura". Toc, toc, l'orsa è innocente per non avere commesso il reato.

Nessun commento:

Posta un commento