Giro ad anello (o a palloncino come l'ho definito visto che l'accesso e il ritorno dall'anello sono comuni) in senso orario con due obiettivi ben precisi: la scala del Minighèl e la Chiave della Tofana. In mezzo una veloce pausa al Rif. Giussani guardando la cima spesso ricoperta da nubi.
dal sito: www.guidedolomiti.org (testo di Enrico Maioni - Guida alpina)
La Scala del Minighel, in Ladino Ra Šàra del Minighèl, è una ferrata davvero curiosa, sia per la sua storia sia anche per la particolarità delle sue fattezze, che la contraddistinguono da tutte le altre ferrate.
Conosciuta erroneamente anche col nome di scala del Meneghel, o ancora scala del Mineghel, è certamente una delle prime vie ferrate delle Dolomiti, se non la prima.
Si tratta di una ferrata molto ardita nella sua concezione, in quanto per superare i circa ottanta metri del salto basale del Majarié (el Souto del Majarié) che sovrastano questa amena zona della Val Travenanzes ci si avvale di pioli di ferro infissi perpendicolarmente nella roccia, che rendono la salita davvero molto esposta.
Questa originale “via ferrata” fu costruita da Luigi Gillarduzzi
“Minighèl”, in quel periodo gestore del rifugio von Glanvell. Durante la
guerra del 1915-18 i pioli vennero piegati, ed in parte tolti, dalle
truppe austroungariche, rendendola impraticabile.
La scala del
Minighel rimase in quelle condizioni fino al 1958, quando Renato
Franceschi avviò e finanziò i lavori di ripristino
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