domenica 23 aprile 2017

Punta Doufur Monte Rosa (4634 m)

L'obiettivo si vede lì in alto fin dal primo metro di salita, questo aiuta o forse no. Devo dire che il percorso sci alpinistico per buona parte non è impegnativo, oserei dire quasi costante e apparentemente facile. Il mio orologio mi tiene informato sulla quota a tal punto che a 3343 m vorrei piantare una bandierina per dire che siamo alla quota di Punta Penia in Dolomiti. Guardo in alto e mi sembra di vedere un abisso capovolto. La seconda bandierina la vorrei piantare a quota 4000 a metà di un pendio generoso ma in questo caso le gambe iniziano a recriminare e quindi è meglio mantenere la concentrazione. 
La forcella che dobbiamo raggiungere sembra tanto vicina ma nonostante tutto devo ricorrere ad una tecnica ormai consolidata: cinquanta passi e una fermata, altri cinquanta e altra fermata per riprendere fiato: a volte arrivo a sessanta passi ma a volte, ahimè, mi fermo a quaranta. Arriviamo in forcella a circa 4400 metri dove ad attenderci c' è un fastidiosissimo vento che  ci impegna anche nei movimenti più elementari. A questo punto lasciati gli sci ci arrampichiamo lungo la cresta ovest per due rampe ripide ma ben scolpite dai passaggio di precedenti sciatori. Raggiungo alcuni compagni uno dei quali mi fa notare che il mio naso è diventato bianco a causa del freddo e quindi è meglio proteggerlo. 
La cresta finale si rileva impegnativa anche perché siamo oltre i 4500 m ma alle 13 e 45 raggiungo la vetta: orizzonti e pensieri sono sconfinati in misura uguale.

 Avvicinamento lungo il versante occidentale facilmente percorribile con gli sci

 Sulla Punta Dofur seduto accanto alla croce di vetta

 La Zumstein (4.563 m) in primo piano e la Punta Gnifetti con la Capanna Margherita (4.554 m)

La cresta affilata del Lyskamm orientale (4.527 m) e Lyskamm occidentale (4.481 m)

 a destra dei Lyskamm il Castore, il Polluce, il Breithorn e sullo sfondo il Monte Bianco e il Cervino

in cima al gruppo del Monte Rosa


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