La pagina di storia dell’alpinismo Himalayano che è stata
scritta quest’oggi non può prescindere dal ricordo del grande Hermann Buhl, l’unico
alpinista ad aver effettuato due prime assolute su altrettanti ottomila (Nanga
Parbat e Broad Peak), il cui corpo riposa fin dal 1957 tra i ghiacci perenni
del Chogolisa.
Hermann Buhl oggi avrebbe quasi 92 anni e se fosse vivo sarebbe
sicuramente il primo a gioire. Si, proprio lui che nel luglio del 1953 capì che
la vetta del Nanga Parbat era lì ad aspettarlo e quindi partì da solo per
compiere una impresa inimmaginabile a quel tempo: solo un miracolo gli permise
di tornare indietro.
Chissà cosa direbbe quest’oggi!!!! Chissà quanti ricordi e
quanti aneddoti pensando a questa montagna che domina l’ansa del fiume Indo nel
cuore del Kashmir in una posizione più defilata rispetto ai giganti del
Karakorum. Una montagna che convive con il peso di grandi tragedie del passato;
basti pensare al dramma dei fratelli Messner nel 1970 o alla più recente scomparsa
di Karl Unterkircher anch’esso rimasto tra i ghiacci perenni dell’immensa
parete Rakiot. Trentuno invece i decessi registrati prima della conquista del
1953. Sicuramene un cattivo biglietto da visita.
Il Nanga Parbat fino a poche ore fa era il penultimo dei “non
saliti in inverno” ed è per questo che è divenuto assai appetibile per quel
genere di alpinisti che non soffrono il freddo. E' doveroso ricordare prima di
tutto di coloro che in questi ultimi anni hanno studiato il percorso, tracciato
la via e cercato di rendere concreta l’ascensione nella stagione fredda.
Ricordiamoci di chi, Daniele Nardi in primis, ha lottato fino all’ultimo per
raggiungere la vetta del Nanga Parbat nei mesi rigorosamente classificati come
invernali. E’ grazie anche a loro se oggi il Nanga Parbat non è più un ottomila inviolato
in questa stagione.
Il pensiero va poi ai due team che si sono accordati per
unire la loro esperienza e consolidare la loro forza; Alex Txicom, Alì Sadpara
e Simone Moro. Uno spagnolo, un pakistano e un italiano in cima alla montagna
in inverno!!!! Cosa avrà pensato l’austriaco Hermann Buhl?
Il pensiero più grande è però per Tamara Lunger, la fortissima
altoatesina di Lana che per poche decine di metri non ha raggiunto la vetta. L’alpinismo
purtroppo si sa è spietato: magari batti traccia per tutta la salita e poi per
qualche motivo (e lassù i motivi devono essere tanti) non arrivi in cima. Per
le statistiche è come se fossi andato a fare un trekking ma alla faccia dei
numeri io dico Bergheil Tamara, hai dimostrato di avere una forza che vale il
doppio.
Che dire poi di Simone Moro? Come si può criticare una
persona soltanto perché ha scelto l’alpinismo come professione nella vita? Avrà
anche fatto il giudice in un reality… però ragazzi questo è uno che studiando il
russo ha imparato anche ad essere più forte degli alpinisti dell’est, veri e
propri specialisti del freddo e del gelo, questo è uno che ha salito quattro
ottomila in inverno e sono tutte prime assolute. Questo è uno che dice di aver chiuso con le
invernali però chissà…. chissà se avrà la forza di dare uno sguardo al K2 …. l’ultima
delle invernali. Magari ancora con Tamara Lunger che già conosce la strada avendola
percorsa due anni fa….. chissà!!!!!
Chissà cosa penserebbe Hermann Buhl.
Nessun commento:
Posta un commento